venerdì 24 novembre 2023

In serie A?

chimèra s. f. [dal lat. chimaera, gr. χίμαιρα, propr. «capra»]. – 1. a. Nella mitologia greca, mostro con testa e corpo di leone, una seconda testa di capra sulla schiena, e una coda di serpente fornita anch’essa di testa, raffigurata spesso nell’arte antica in atto di vomitare fuoco; era considerata come un’incarnazione di forze fisiche distruttrici (vulcani o tempeste). b. In araldica, figura fantastica derivata dal mito greco ma rappresentata con testa di donna, petto e zampe posteriori d’aquila, zampe anteriori di leone e coda di serpente. 2. fig. Idea senza fondamento, sogno vano, fantasticheria strana, utopia: le sue speranze non sono che chimerel’unità d’Italia sembrava allora una chimera; inseguire chimere. 

Non se la prendano coloro che ci credono anche in fase R.E.M.: sto scherzando, naturalmente. Ironizzo perché sono un burlone-amicone-simpaticone (di quelli che ti danno un imbarazzante pugnetto sulla spalla dicendoti "mannaggia a te, mannaggia! Non cambi mai!"), e forse anche un po' per alleggerire la troppa fibrillazione nei confronti di una prospettiva che in fondo adocchio un po' anche io... diciamo per un buon --%? E diciamolo, ma il restante --? Ponderazione e raziocinio. E a tal proposito, invito ad ascoltare le parole di Giorgia Bettalli nell'intervista video in fondo al post sottostante di domenica scorsa, e a leggere quelle di Alice Campora (coadiuvate da una sua bellissima foto in rossoblù!). Chiarisco ulteriormente (per l'ultima volta): noi non siamo solo forti come stiamo dimostrando, lo siamo anche molto di più; e siccome le ragazze continueranno a migliorare, ci sarà da emozionarsi ancora. E questo a prescindere da un eventuale promozione. Perché siamo a fine Novembre, e lungo il cammino di questi mesi, le grife faranno cose ancora più grandi.


Sicuramente il ritorno di Massa e l'arrivo delle nuove (Forcinella, Mele, Ferrato, Acuti, Scuratti, Errico, Giles) hanno dato una spinta non indifferente, ma tutto ciò che stiamo vedendo non sarebbe stato possibile senza la crescita parallela delle altre, delle "nostre di casa". Lungo tutti i reparti, tra "titolari" (perché virgoletto e anche volentieri, ma titolari sono) e "seconde linee", siamo una squadra importante. In difesa abbiamo, tra i pali, sia la suddetta e valida/promettente Forcinella che la altrettanto forte Macera e la Repetti (che però ancora non conosco!), le due terzine (Mele e Fernandez) che oltre al chiudere ed al recuperare in maniera egregia, con disinvoltura e bravura attaccano e propongono; e due centrali (Lucafo' e Giles) che, non mi stanco di ripeterlo, sanno essere fenomenali (e a completare la retroguardia: Parolo, Oliva e Rossi!). Un centrocampo che se già ha saputo esprimere buonissime cose, come potenzialità è di alto livello (e ancora manca Abate, ovvio, ma da sottolineare), poiché di gamba, strappo ed incursione, razionalità, cambio gioco, palla a terra e rottura; mentre in avanti abbiamo peso, gioco sporco, di sponda, di spizzata sulle palle alte, di fraseggio, tempismo in uscita, elevazione, dinamismo, leggerezza, guizzo, ripiegamento e velocità.


Lazio, Cesena, Ternana, Parma e Verona, come giustamente dice la classifica, sono del nostro giro e "li nel mezzo" (e/o tra le prime otto, come già scrissi poco tempo fa) dovremmo come minimo stazionare, crescere e toglierci delle belle soddisfazioni; perché a mio modo di vedere, per essere capaci di arrivare prime (ma anche allo spareggio da seconde) ci mancano ancora due aspetti fondamentali (oltre all'incognita del mantenimento della tenuta fisica): una ferrea stabilità tecnico-tattica (schemi e gioco eseguiti a memoria), ed una forza mentale e di spirito degna di tale meta. E' quindi solo il tempo di maturazione dentro questa stagione, il fattore principale che si può frapporre come "ostacolo"; perché se è vero che il gioco sta migliorando e si sta aprendo a più soluzioni e che con esso si sta rafforzando la consapevolezza e lo spirito della squadra, quante possibilità abbiamo di assimilare e rendere caratteristiche identitarie ciò di cui sopra nel giro di pochi mesi? Non è forse più probabile che una squadra che per la prima volta in certi scenari intraprende con forza un determinato cammino, abbia bisogno di conoscere e conoscersi più a fondo attraverso una linea temporale più lunga, prima di fare il definitivo salto di qualità? Io quantomeno parto da questa idea, e vado avanti con essa. Proseguiamo quindi con calma, veramente di partita in partita, gustando a fondo l'evento in questione che di volta in volta andremo a vivere, evitando di distrarci nel guardare altrove e "troppo" oltre, perdendo di vista, appunto, il momento, l'adesso. Tanto con le ragazze in A ci andremo presto lo stesso. Percentuale: 100%.
Adri
(Fonte foto: buoncalcioatutti.it)

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