giovedì 26 settembre 2024

(25/09/2024) Coppa Italia maschile, secondo turno: Genoa - Sampdoria 1-1 (6-7 d.c.r.)


Tra i concetti filosofici che circolano nel mondo del calcio, vi è quello che "la differenza di categorie in partite come queste si azzera", ovvero una tipica frase fatta pallonara (nel senso peggiore del termine), in genere detta così, tanto per rendere più piccante il contesto, piuttosto che per cercare alibi, e via discorrendo. Certamente un particolare impegno può in parte influire in quanto a livellamento delle differenze tra due squadre, ma in realtà (o, come sempre, nella mia realtà), là dove vi sia un determinato divario dato dalla categoria, questo non potrebbe essere azzerato dal solo aumento della grinta espressa in gara, poiché sarebbe come a dire che le squadre e i campionati si fondano sul furore agonistico, e che quest'ultimo possa appunto di per sé compensare il gap tecnico-tattico, ma non solo: implicitamente significherebbe anche che in alcune partite va bene mettere meno "garra", mentre in altre è giusto e comunemente riconosciuto che ve ne debba essere di più.

Sono logiche condivisibili?
Per me no.

Detto ciò, precisato che naturalmente la responsabilità per la prestazione di ieri sera è da attribuire sia al tecnico che alla squadra, con tutto il rispetto non ho mai amato l'idea di calcio proposta da Gilardino (bensì ne apprezzo alcune cose), fin da sempre, così come - saltando Blessin - avevo l'orticaria con Ballardini (mentre avrei tenuto Motta, ed ancor prima Juric), e molto difficilmente approvo l'idea di essere dipendente dai fantasisti vari (o da giocatori di altri ruoli), anche perché di solito in queste situazioni sotto sotto c'è la sorpresina: la penuria di una vera e propria organizzazione, in termini di principi di gioco corale, i quali dovrebbero anche saper prescindere dalla presenza o dalle gesta del protagonista di turno. Bene: noi non siamo così (o comunque fatichiamo ad esserlo), ma in ogni caso, la magagna prima o poi doveva venire fuori.


Indi per cui, la situazione cambierà miracolosamente all'improvviso? Oppure devo attendere ancora un anno, due, tre? E in nome di cosa? Dei sentimenti di simpatia? Se la piazza finora ha eretto ad intoccabile Gilardino, è liberissima di farlo; da parte mia sono ateo, e generalmente non erigo nessuno sopra nulla. Quindi passo dalla piazza, saluto col batticuore, ma poi giro l'angolo, perché non sono interessato a "battagliare" per "stare in partita" in quel modo, o a preoccuparmi esclusivamente dei gol presi una volta che ci siamo barricati, anziché che non ne segniamo. E tutto questo al di là di un eventuale vittoria con la Juventus sabato, o di altro ancora.

Evito infine di perdere tempo parlando degli scontri fuori dallo stadio, e tralascio la descrizione nel dettaglio di una partita giocata coi lanci continui su Thorsby o chi per lui, sperando nella spizzata per qualcuno che arrivasse sulla seconda palla: un calcio insicuro, raffazzonato, noioso, antiestetico, con questi continui duelli aerei stridenti, irritanti. Il tutto davanti a migliaia di genoani, che per me sono sempre meravigliosi e ai quali mi stringevo idealmente durante i calci di rigore (a volte guardo il Genoa maschile quasi come pretesto per intravederli negli scorci della regia televisiva), e ad una Sampdoria che ha giocato a calcio, muovendosi, facendo girare il pallone, meritando di vincere, e dimostrando così che si, la differenza di categoria non c'è stata, ma sotto tutti i punti di vista, perché loro (ad oggi) non sono meno forti di noi. 

Adri

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