14/04/2024
SERIE B FEMMINILE
VENTIQUATTRESIMA GIORNATA
Ore 15:00, Stadio Comunale Nazario Gambino (Arenzano)
GENOA - PAVIA ACADEMY 2-2
(29' Bargi, 51' Bettalli, 69' Lepera, 91' Avallone)
GENOA (4-3-3, all. A. Filippini): Forcinella; Oliva, Lucafò, Giles; Fernandez (85′ Mele); Bettalli, Tardini, Scuratti (85′ Campora), Massa (57' Acuti), Ferrato, Bargi. A disposizione: Macera, Abate, Parodi, Errico, Acuti, Campora, Rossi, Parolo, Mele. PAVIA ACADEMY (4-4-2,
all. Pablo Wergifker): Migliazza; Crevacore (85' Aprile), Dubini, Semplici, D’Ugo; Longoni (70' Asamoah), Zecchino, Grumelli (66' Lepera), Contena (66' Avallone); 7 Accoliti, 9 Codecà. A
disposizione: Terni,
Zanigrandi, Lepera, Ottina, Zecconi, Aprile, Polillo, Asamoah,
Avallone.
Ancora devo sbollire, ed ero tentato di scrivere due righe di numero, ma similarmente ad altre volte, faccio il possibile per rilassarmi e stare lucido per dire (e dare) qualcosa a chi mi legge; però sarò breve comunque. Prima cosa: è abitudine comune quella di considerare sfortuna (o motivo di chissà quale merito) il colpire i cosiddetti "legni"; quindi, a onor di logica, se segni hai fortuna? (Per inciso, per quel che mi riguarda fortuna e sfortuna manco esistono) Anche qualora noi prendessimo quarantacinque pali durante una partita, avremmo preso quarantacinque pali. Se segnassimo spostando la mira di 15 centimetri verso la porta, avremmo segnato; se invece mirassimo (o mirebbimo!) di poco fuori, avremmo concluso di poco fuori. Giustamente, lo stato d'animo in tutti e tre i casi può assume aspetti ed intensità diverse; se segni godi, se tiri fuori smadonni, se prendi il palo smadonni il doppio, ma non è che centri la traversa in quanto ti va male perché al Dio della Serie B femminile 2023-24 gli stai sul gozzo: è frutto di ciò che fai, il centrare la traversa. Il discorso fila? (Lo so che è grave disquisirne cosi a fondo, ma sognavo da anni di chiarire questo concetto e di lasciarlo come eredità ai posteri).
Per il resto, ho esaurito la pazienza di non vedere quasi mai la Parodi in campo. Fine, stop. A mio parere non è ciò che merita, né lo merita il Club, né lo merito io e chi come me tiene a Giulia. Sono duro, freddo? Può essere. Ma certamente non sono ostile.
Giada Abate: a prescindere anche dall'essere capitana o meno, è facente parte del nucleo storico del Genoa women (di cui chi sempre in panchina, chi meno), forte, giovane e nel pieno, è stata un anno fuori, torna un mese fa con le sue scarpette scarpettose a calpestare l'erba erbosa, e poi?
E per ultimo: domenica saremo a Narni, e so che la squadra ci metterà corsa e impegno generale, ma sono quasi altrettanto sicuro che faticheremo a fare cinque passaggi di fila (non perché le nostre non ne sarebbero capaci, bensì perché in tal senso il lavoro evidentemente va approfondito parecchio), che giocheremo coi lanci in verticale, e quant'altro. Su questo terzo aspetto, però, ci vado ad occhi chiusi: le ragazze (non esenti anch'esse dalle loro responsabilità) sono dispiaciute. Ci tengono. E vorrebbero attingere e fare molto, molto altro e molto di più. O sbaglio? E allora... andiamo avanti.
Con le grife nel cuore.
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