
L'autrice del 2-0, Cristiana Girelli (fonte: torinotoday)
Se quella di stasera non è stata la partita più molle, arrendevole e insignificante che io abbia mai visto da quando seguo il Genoa Women (praticamente da quando esistono delle telecamere che lo riprendono), rientra di sicuro tra le prime. Premesso che nel primo tempo entrambe le squadre andavano ad un ritmo che sembrava un amichevole precampionato di basso livello, il punto è che la Juventus si è palesemente allenata davanti ad una squadra che ogni volta che loro costruivano dal basso trotterellava all'indietro, e le uniche che a tratti provavano a fare un pò di pressing erano la Cinotti in primis, e poi anche la Sondergaard; e tutto ciò non solo per tutto il primo tempo, ma stavolta anche nella ripresa. Le loro centrali di difesa passeggiavano a centrocampo mentre noi le guardavamo, in un 4-5-1 con Acuti e Bahr sulla sinistra sacrificate i primi 45' nel cercare di arginare Tomhas e/o Krumbiegel, anziché tenerle sotto pressione (tenera Elexa grifa grifeira, uscita comprensibilmente scura in volto), e dall'altra parte Monterubbiano. Un assetto piegato totalmente al loro volere (che tra l'altro, neanche sono chissà che cosa, almeno ad oggi), alla loro convinzione di essere il Club per eccellenza, e con essa anche la consapevolezza che noi avremmo avuto questo atteggiamento e fatto questa fine. Ma io, quantomeno, tutto questo non me lo merito. Pazienza finita, limite oltrepassato, intransigenza totale rispetto a qualsiasi teoria o ipotesi.
Ora, per quel che mi riguarda, le cose sono due: o De La Fuente va via (in tal caso, auguri per il futuro), oppure perlomeno alcune giocatrici che dentro ancora hanno viva l'essenza del football si alzano in piedi, e, con tutta le gentile fermezza del caso, fanno presente ad allenatore, staff, e direttrice sportiva Carissimi inclusa (qualora per l'appunto non sia anche lei stessa a rifiutare tale andazzo), che non si sentono a loro agio nel proporre determinate prestazioni. Altrimenti, tutti e tutte, grife comprese, saranno responsabili, fin dalla prossima gara, se l'atteggiamento resterà questo, o anche solo simile.
Qui non si tratta esclusivamente della lotta per la salvezza (la quale probabilmente arriverebbe in ogni caso, di riffa o di raffa), bensì della dignità personale, del Club, della squadra, perché potevi anche eventualmente perdere, ma correndo in avanti, aggredendo. E' stata una resa. E visto che "siamo andate a sfidare le campionesse d'italia ed è un evento che deve riempirci di orgoglio", se questa affermazione non conteneva davvero alcun senso di soggezione nei confronti della Juventus, come mai la partita è stata quel che è stata?
Buonanotte.
Adri
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