lunedì 10 novembre 2025

(09/11/2025) Serie A Women 25/26, quinta giornata: GENOA - PARMA 1-0 (il postpartita, pt. 2)

Un ammasso di grife piumanti (fonte/credit foto: Instagram ufficiale)

09/11/2025
Serie A Women 25/26
Quinta giornata
Ore 20:45, Sciorba Stadium (Genova)
GENOA – PARMA 1-0
(89' Bargi)

GENOA (5-3-2; all. Sebastian De La Fuente) - Forcinella; Vigilucci, Di Criscio, Lipman, Giles, Acuti (91' Curraj); Cinotti (81' Giacobbo), Hilaj, Cuschieri (68' Massa); Monterubbiano (68' Søndergaard); Bahr (68' Bargi). A disposizione: Marchetti, Korenciova, Bettalli, Abate, Curraj, Ferrara, Mele, Massa, Lucafò, Giacobbo, Bargi.

PARMA (3-4-2-1; all. Giovanni Valenti) - Ceasar; Cox (91' Benedetti), Ambrosi, Bou (91' Masu); Real, , Uffren, Pondini, Domínguez; Zamanian (66' Estev), Distefano (82' Cardona); Pinther (66' Kajzba). A disposizione: Fabiano, Rabot,, Minuscoli, Cardona, Benedetti ,Cissoko, Bertucci, Masu, Gueguen, Estev, Kajzba,
 
Arbitro: Mario Picardi (Sez. di Viareggio)
Assistenti: Simone Mino (La Spezia), Davide Di Dio (Caltanissetta)
Quarto Ufficiale: Andrea Santeramo (Monza)
Operatore F.V.S.: Luigi Ingenito (Piombino)
Ammonizioni: Real, Uffren, Vigilucci

Partiamo dalla personale soddisfazione non solo di aver vinto, ma di averlo fatto contro di loro, dopo tutti i patimenti che mi hanno procurato nelle passate stagioni. Prima vittoria della nostra storia contro il Parma e seconda nel campionato di Serie A dopo quella ottenuta proprio contro l'altra neopromossa (e incubo di questi anni), e cioè la Ternana; e averle battute entrambe nella massima serie avvantaggiandoci per quel che concerne la lotta per la salvezza, non può che essere motivo di goduria.

Godere per delle situazioni, però, non dovrebbe significare guardare le cose con un occhio solo: poco infatti è cambiato rispetto alla situazione complessiva di cui vado scrivendo (e parlando) da inizio stagione, ma questo poco va preso e tenuto caro. E adesso, dopo questa bella foto di cui in seguito, ci arriviamo.

In primo piano Carlotta Masu, sullo sfondo Bou e Bargi.

I più attenti tra di voi avranno notato che prima della nostra formazione, su in alto, non ho messo tra parentesi che siamo partite con un 3-5-2, bensì un 5-3-2, poiché è quello che nei fatti si è andato esprimendo in campo, in un primo tempo nel quale sin dai primi due minuti di orologio abbiamo lasciato l'iniziativa alle ducali, schierandoci per l'appunto con una linea di 5 dietro (più la Hilaj che schermava: praticamente un fortino issato davanti alla sola ipotesi di poter rischiare qualcosa: e le avversarie quando si preoccupano? Quando rischiano?), tentando delle sortite con palesi difficoltà a raccapezzarci su cosa fare con la palla tra i piedi. Praticamente loro sono arrivate a Genova e sono scese in campo trovandosi le padrone di casa, la squadra che stava rappresentando una città come quella in questione, un popolo (e un idea), che non solo indietreggiavano e attendevano, ma sovente facevano girare il pallone all'indietro alla minima difficoltà, e tutto ciò per la quasi totalità del primo tempo. E' questo che - con tutto il rispetto per gli altrui punti di vista e la contemplazione dei vari gradi di comprensione/empatia - non me lo si farebbe garbare neanche sotto tortura. Ed è anche e solo per questo che secondo la mia concezione delle cose il nostro allenatore (e vice, e staff) in linea generale - o fondamentalmente - restano nella posizione di sempre, perché non basta vincere come ieri sera, non si tratta di dare colpi di spugna: serve che la squadra - al netto delle naturali e diverse fasi interne ad una gara - entri in campo con un'altra attitudine sin dall'inizio e dia un impronta identitaria alla propria prestazione, che abbia un focus e che esprima dei principi chiari all'interno di quello che poi dovrebbe essere un cammino di continuità.

Ed è qui che entra in ballo quel "poco da prendere e tenere caro" di cui all'inizio, e mi riferisco non solo al cambio di atteggiamento delle nostre nel secondo tempo (non è la prima volta che accade), bensì all'intenzione di svoltare la gara con delle sostituzioni di un certo tipo; mossa che ho apprezzato e che ho accolto con piacere. La scelta di schierare due giocatrici più leggere e di movimento in avanti come possono essere Monterubbiano e Bahr, infatti, non è stata azzeccata, perché se si vogliono togliere dei punti di riferimento in questo modo alle avversarie servirebbe ancor più una generale mobilità delle altre giocatrici (correnti esterne, mezze ali) le quali dovrebbero saper salire con regolarità, convergere, attaccare lo spazio, interscambiarsi, etc.: cose che mediamente noi non facciamo (quel che solitamente facciamo è cercare dritto per dritto una delle due attaccanti che spalle alla porta scende e si sacrifica per aprire eventuali varchi per le imbucate). Inoltre, una caratteristica che il Parma ha - e non da quest'anno - è che quando cominciano a costruire col terzetto difensivo, la Ambrosi in particolare tende per indole ad alzare la testa e a salire palla al piede interpretando il ruolo di regista, per cui una mossa giusta da fare per spegnere tale iniziativa alla fonte sarebbe quella non solo di pressarle (infatti, quelle poche volte che ci abbiamo provato andavano in difficoltà), bensì preferibilmente anche di tenerle in apprensione e sotto pressione con una/due attaccanti che diano profondità. E' anche per questo che le sostituzioni di cui parlo, e cioè l'entrata di Bargi e Sondergaard assieme (coadiuvate da quella di Massa e Giacobbo), hanno dato un esito positivo: perché ci siamo "allungate" nel senso buono del termine, e loro - anche per via di una fase di calo fisico e di fiducia - si sono ritrovate destabilizzate, per poi tendere ad arretrare prestando il fianco, visto anche che le nostre giocatrici più estrose rimaste in campo (prima Alessandra, poi lei e Giulia), in base per l'appunto alle invenzioni del momento, hanno cominciato a creare problemi.

Per cui, considerando la buona mossa attuata da De La Fuente e/o Ilaria Leoni (e ipotizzando che tale scelta abbia fatto scattare qualcosa in entrambi), e che attualmente aimé non abbiamo una chiara idea di gioco, non ci resta quella che comunque è la fondamentale - e di cui sopra, e di cui da mesi - alzata del baricentro e aggressività e profondità fin da subito, cercare di giocarcela dalla cintola in sù giocoforza soprattutto in base alla creatività individuale, per poi - anche una volta messe in difficoltà le avversarie - cominciare a prendere campo e tempo, ad acquisire più scioltezza, per poter magari sviluppare quei concetti di gioco che probabilmente ad Arenzano vengono provati, ma che per un motivo o per un altro ancora non vengono in superficie una volta che siamo dentro la gara. E... si, esatto: questo significa andare a Biella ad affrontare la Juventus, anziché rintanarci (e scappare). Per progredire.

Forza Genoa.

Adri

Gli highlights

   I RISULTATI DEL QUINTO TURNO
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LA CLASSIFICA

Prime 3 = accesso alla Champion League.
Ultima = retrocessione in Serie B.

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