
Che dire. Un tempo il termine grife creava apprensione in ogni tifoseria e campo dello stivale. Ora invece ci troviamo qui, a piangere lacrime amare mentre raccogliamo i cocci di un passato glorioso, alla fine di un ciclo nel quale riuscivamo a vincere sei partite di fila sciorinando un calcio che in ogni caso servirà da esempio per le generazioni future.
Ok, serio: il Bologna ha meritato (o comunque non ha rubato nulla), per compattezza, coraggio, disciplina tattica, e concretezza; e noi, in termini di soluzioni di gioco, dal mio punto di vista abbiamo affrontato le felsinee per lo più nei modi meno efficaci, i quali comunque fanno parte del nostro proporre calcio, che a volte portano risultati, e in altre ci danno la spinta per sfangarla, ma evidentemente, con alcune avversarie, ci si rivolgono contro. Una caratteristica che delle altre squadre ci mette in difficoltà (tema già trattato dal sottoscritto), è quella che quando ci vengono addosso, mediamente facciamo fatica a ragionare ed uscire con efficacia (leggasi trame precise che attraversano il campo in direzione della porta avversaria), e a ristabilire i ritmi di gioco, andando credo anche in apprensione. Oggi, appunto, è risuccesso, poiché nel primo quarto d'ora, forse sarà stato un mio problema legato alla retina, ma vedevo tutto bianco. Come se ne esce? Beh, ormai se ne parla per la prossima stagione, ma possiamo nel frattempo (continuare a) lavorarci a fondo, per coglierne alcuni (ed ulteriori) frutti da qui alla fine. Certamente, se con una squadra come la loro Tardini (esempio) prende palla e si trova Bettalli e Scuratti che anziché cercare il dialogo per affondare nella loro tre quarti stanno schiaccate in avanti in attesa di ricevere, per poi, una volta che ciò accade, perdere il possesso poiché statiche e leggibili e quindi braccate ed anticipate; e se Bargi gioca otto volte su dieci spalle alla porta scaricando spesso sugli esterni (soluzione ariosa e buona ma in altri casi, ripeto) dove altrettanto braccate ed in ansia cerchiamo magari di andare sul fondo e buttarla in mezzo per trovare una soluzione più che altro occasionale, tralasciando per l'80% del tempo di giocare nello stretto nella fascia centrale attaccando la loro area (è successo, ma solo a tratti), difficilmente battiamo il Bologna. E cosi', il primo tempo è terminato con loro in vantaggio e noi vogliose (buona ad un certo punto la nostra reazione) ma inefficaci, tanto che siamo rientrate negli spogliatoi senza praticamente fare un tiro in porta.
Come detto, a mio parere avremmo dovuto concentrare il gioco centralmente, palla a terra, col dialogo nel breve, o almeno cercare in qualche modo di fare di tale zona il fulcro delle nostre azioni. Tutto ciò per dire che sembrava evidente che in tale ottica dovevamo avere anche due attaccanti più vicine davanti, se non anche una trequartista (Massa) a supportarle. Filippini infatti ha optato per una cosa simile, togliendo ad inizio ripresa Oliva per far entrare la Errico, mettere come sempre quest'ultima in posizione di mediana, indietreggiando Tardini come destra in una difesa a questo punto diventata a tre (Tardini, Lucafò, Giles), e la Acuti davanti a lei sulla fascia di un centrocampo a cinque (con Mele sempre a sinistra) che ha tenuto "li" un Bologna che comunque probabilmente già stava scegliendo di giocare prettamente di rimessa. Massa, quindi, è andata ad affiancare la Bargi in avanti, e qualcosa, appunto, ha iniziato a cambiare, ma serviva ancora l'attacco frontale faccia alla porta, a mò di ariete: la Ferrato. Parentesi: Claudia per noi è stata un arrivo (preferisco dire cosi di una persona, piuttosto che "acquisto") di importanza assoluta. Esagererò in romanticheria, ma per me è una giocatrice meravigliosa: per come corre, si impegna, tiene palla, temporeggia, suggerisce, fa da sponda, attacca lo spazio, tira, colpisce di testa, ma non solo, anche per estetica: la struttura fisica, le movenze... E' il prototipo della punta centrale che amo. La terrei in eterno (iberniamo la Ferrato nelle celle frigorifere dei laboratori sotterranei del Gambino!). Infatti, poco dopo essere entrata al posto della Scuratti (59" minuto) ad un certo punto prende palla e se ne va in mezzo a tre da sola sfondando tutto, e riesce ad ottenere un angolo; e io li che pensavo: che bellezza! Angolo battuto, gol di testa (e in un altra azione ci ha riprovato, ancora di testa, ma stavolta in torsione, che se le riusciva avrebbe oscurato per sempre questa cosa qui!). E... si: abbiamo creato qualcosa anche di pericolosetto (la Massa-ibrido metà mezz'ala e metà un pò ciò che voleva, è stata una bella idea), ed in area siamo entrate, ma quasi esclusivamente lanciando palloni dentro, alla vai e vieni e non. Potevamo magari pareggiare con una zampata, o che so io, ma la volta successiva? Rimandiamo il problema? E poi: avremmo bisogno anche della Parodi, e sicuramente lei di noi: del suo Genoa, della sua gente, di tornare a segnare. Spero di cuore che ciò accada al più presto. Giulia è forte! Non è la prima volta che ne scrivo, lo so, ma vedere tre minuti in campo la nostra numero 9 (dentro al 90" per Massa), stavolta mi dato una fitta di tristezza, tanto che quasi avrei preferito non vederla affatto. Felice per il rientro di Campora (all'82" per Acuti). In attesa del ritorno di Fernandez, di Rigaglia (e, naturalmente, della Abate). Non mi dilungo oltre.
Usciamo da questo limbo, ragazze.
Torniamo a vincere.
Forza Genoa!
Adri
(La fonte della stupenda foto in alto, è l'Instagram ufficiale Genoa women)
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