
L'allenatore del Genoa women Fabio Fossati
Con "la copertina" dedicata al nostro man, andiamo di nuovo sulla bellissima partita di ieri, incluso un primo tempo di difficoltà (scollate, fuori misura), anche e proprio perché attraverso di esso siamo poi arrivate a scuoterci e a giocare una ripresa di livello, sciolte, dinamiche, (quasi) arroganti, certamente a tratti sfacciate, e altrettanto divertite. Vincere e convincere sarebbe dovuto essere il minimo, avevo scritto nel prepartita, e così è stato. Per cui le ragazze meritano quest'altro post, e in generale tutto il supporto che nel mio piccolo faccio il possibile per dare loro. Ragazze che - senza per questo scadere in facili retoriche - davvero vogliono imparare a crescere e fare calcio, fuori (almeno per ora) dal mondo del football di plastica dipinta d'oro e distante dalla gente, proponendo in ogni caso prestazioni sentite e reali, "pur se" offerte mediamente davanti a qualche centinaio di persone; a differenza ad esempio di questo (ennesimo) catorcio di amichevole, giocata al cospetto di trentamila spettatori sugli spalti; una roba che se già incredibilmente riuscivo ad andare avanti nonostante questa immagine stampata nelle retine, ha fatto traboccare il vaso. Ma sia chiaro: non mi lamento di nulla, perché me la sono cercata eccome; però sono definitivamente (e sanamente) stanco di elargire energie di un amore che modestamente parlando è prezioso, e non dovrebbe essere più tradito, né sprecato.
Per me il Genoa è ben altro (è anche attitudine, approccio alla vita), potrei sentirlo in me anche se mi ritirassi su un monte dopo aver gettato tutti i supporti tecnologici nell'immondizia, ma finalmente anni fa ho scoperto le grife, che non sono state affatto una seconda scelta, e che il grifone lo rappresentano degnamente. O almeno ci provano. E per le quali vale ancora la pena di fare magari un sacrificio in più. E scaracollarsi su qualche treno, o dormire in un ostello coi conquilini che russano.
L'INTERVISTA A CATERINA BARGI, GLI HIGHLIGHTS ED IL COMMENTO AI GOL
Tra tutte le bellezze dei gesti tecnici espressi dalle nostre in queste marcature, sulla carta un gol come il primo di Caterina verrebbe messo esteticamente in secondo piano, ed è comprensibile, poiché si seguirebbero comunque dei criteri tangibili, ma io ci andrei piano lo stesso, visto e considerato che il pallone che riceve da Giles è delizioso, se ne va con un delicato stop a seguire, e prosegue con calma e lucidità per metri e metri con una donna addosso (perché la Ventura è una donna, non un uomo), per poi calciare di precisione all'angolino. Cosa simile per quel che riguarda il rigore, che piazza sotto l'incrocio dei pali: c'è tecnica, calma, ponderatezza, e coraggio (o forse sarebbe meglio dire sfrontatezza). Il terzo, invece, si: è quello che ruba gli occhi meno di tutti gli altri 6.
Alice Campora, invece, segna come a volte è da far suo: presente e silenziosa, gli da di zampatella, e torna felice nell'ombra: c'è il suo sentire la partita, stare dentro le dinamiche che questa esprime, e il suo senso del dovere per se stessa e per una maglia che sicuramente sente addosso (Alice, oltre che genoana, è finora come poche altre nella nostra storia). Giacobbo invece mi ha lasciato quasi basito, e al contempo mi ha fatto ridere (naturalmente nel senso buono), con la sua capriola al rallenty dopo un gol che comunque rientra nel suo vivere il calcio di tecnica, guizzi e creatività; perché Giulia è una vera e pura fantasista, quelle del cosiddetto "calcio che fu".
Giada Abate confeziona un gol che oltre ad essere segnato di sinistro, è si una staffilata un pò alla Van Basten ai tempi dell'Ajax, ma non è per "fare del male": è perché era giusto e bello tirarla così e godersela. E poi chissenefrega (tutto attaccato), e tanti saluti. E anche con lei c'è da sorridere nel dopo esecuzione, quando sta ferma quel secondo in più per capire se il pallone entra o no, prima di essere sommersa dalle altre. Gol bellissimo, che ci da ulteriore conferma che Giada c'è. E infine Bettalli, che compie un gesto che per velocità di esecuzione, visione e tecnica è un'altra perla.
Ci si rilegge presto!
Adri
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