24/11/2024
SERIE B FEMMINILE 24/25, UNDICESIMA GIORNATA
Ore 14:30, Stadio Comunale Nazario Gambino (Arenzano)
GENOA - PARMA 0-1
(12' Kajzba)
GENOA (4-3-1-2; all. Fabio Fossati) - Forcinella; Giles (79' Bargi), Di Bari, Lipman, Mele; Giacobbo, Ferrara (72′ Bettalli), Cuschieri; Acuti; Rigaglia, Ferrato. A disposizione: Marchetti, Macera, Bettalli, Abate, Errico, Campora, Bargi, Parolo, Lucafò. PARMA (4-3-3; all. Salvatore Colantuono) - Copetti; Masu, Cox, Ambrosi, Peruzzo (61′ Asta); Rabot, Pondini, Ferrario; Ferin (60′ Benedetti) Kajzba, Rognoni (80' Zazzera). A disposizione: Fierro, Zazzera, Asta, Mounecif, Nichele, Requirez, Meneghini, Benedetti, Iardino.

Le grife in versione smile (fonte/credit foto: Instagram ufficiale)
Ieri ho passato il sabato sera assieme al Genoa women (meglio di così!) riguardandomi la partita, anche perché stavolta mi sembrava più onesto nei confronti delle nostre e verso chi - come magari alcune di loro - mi leggerà nelle righe che seguono, cosa che domenica scorsa nessuno ha potuto fare, visto il mio "abdicare" conseguente all'aver vissuto un contraccolpo emotivo basato sul carico emozionale che avevo accumulato nell'attesa del match con le ducali, ma anche un pò nelle ultime settimane, per via delle nostre vittorie e i nostri miglioramenti "qua e là". In più, l'ambiente al Gambino per quel che mi riguarda (e con tutto il rispetto dei presenti) non è stato dei migliori, vista l'assenza del gruppo della scaletta (e di altri frequentatori dell'omonima zona cantereccia della tribuna), che ha lasciato un silenzio assordante, mentre i tifosi del Parma hanno incitato, con tanto di bandiere che ogni tot facevano mostra di sé davanti alla telecamera (sempre posta in modo tale che la prospettiva dell'altra parte del campo sia pari a zero), e ripeto: non me ne vogliano neanche gli emiliani presenti, ma non è che nel complesso fosse tutto questo bel vedere (anzi).
Ne consegue che ho vissuto alcuni stati d'animo che ho davvero dovuto gestire nei giorni e dei quali ancora mi porto appresso la scia, e a tal proposito aggiungo che mi sono definitivamente stancato di assistere al fatto che certe squadre vengano da noi belle beate a prendersi i punti. Semplicemente non la reggo, e non la voglio reggere più.

L'esultanza della parmensi (fonte: sito ufficiale)
Detto questo, chiariamo un paio di concetti a me molto cari: in ogni situazione e combinazione possibile nell'universo, quando una o più persone compiono (o non compiono) un gesto, significa che in un modo o nell'altro hanno espresso determinate volontà piuttosto che altre (per appagare un bisogno esperienziale); ragion per cui l'intensità della nostra ipotetica reazione a tale gesto compiuto (o incompiuto) è direttamente proporzionale alla portata delle nostre e inerenti idealizzazioni, aspettative, e correlati.
Ma resta il fatto che cosi doveva andare.
Altrettanto naturalmente, quel che possiamo fare è porre la persona (o le persone) in questione dinanzi alle concezioni e agli stati d'animo che abbiamo rispetto alla situazione svoltasi, per fare in modo che vi possa essere una convergenza di idee, e, da li in poi, un cambiamento che segua delle specifiche direzioni.
C'è infine da aggiungere che - sempre secondo il sottoscritto - tutto quel che noi viviamo nella vita è la manifestazione (inconscia in primis) di ciò che abbisogniamo di attraversare, per capire nello specifico cosa significa, e di conseguenza conoscere noi stessi.

Heidi Giles, e, davanti a sé, Arianna Acuti (foto credit: William Bignone/Genoa Women)
Ora: se dopo aver letto fin qui non ti sembra di aver bevuto cinque bicchieri di vino da diciotto gradi dopo una notte insonne, probabilmente converrai con me che recriminare qualcosa alle grife puntando contro di loro il dito incolpandole, oltre che essere cosa sgradevole, lascerebbe il tempo che trova. Diverso invece sarebbe il responsabilizzarle fermamente soprattutto rispetto a sé stesse, là dove non fanno tutto quel che servirebbe per raggiungere la vittoria (ma ciò vale anche per il mister).
La domanda, infatti, è: siamo sicure che eravamo davvero convinte di voler battere il Parma? La mia risposta è no. E lo si è visto. Basti considerare il ripresentarsi delle situazioni in cui durante la loro costruzione da dietro mediamente non pressavamo a dovere (se non con singoli attacchi sporadici delle generose Rigaglia e Ferrato), temporeggiando come se fosse regolare e giusto che tenessero tranquillamente per sé l' "oggetto del contendere" (il pallone), in modo tale da scegliere in tutta tranquillità cosa farne. Emblematica è stata ad esempio la chance che ha avuto Rognoni al 17', la quale è potuta entrare in area e concludere pericolosamente dopo un lancio dalle retrovie effettuato da una loro centrale che è stata liberissima di arrivare fino quasi al cerchio di centrocampo, con noi a guardare corricchiando all'indietro; mentre al contrario è stata altrettanto esplicativa la situazione in cui al 21' le già citate Alison e Claudia sono andate a pressare "alla morte" la difesa parmense, ed una gialloblù (Cox?) per salvarsi ha dovuto buttare il pallone dritto per dritto, il quale è finito in fallo laterale. Risultato: possesso e campo a noi, ed apprensione e meno campo a loro.
Ma ripeto: in generale c'è da dispensare colpe? No, c'è da "mettere sul tavolo", e da disquisire, prendendo atto del fatto che non abbiamo ancora la volontà di concepire e fare nostra quell'attitudine, quella cattiveria che è propria di chi vuole progredire ancora, in tali eventi/scenari. E per cattiveria intendo - "fumettisticamente" parlando - quella scintilla che si accende negli occhi per mezzo secondo. Quella forza lucida che si tira fuori per sopravvivere, tralasciando sensibilità, tenerezza e remore, là dove queste potrebbero inficiare sulla nostra incolumità. Perché se dignitosamente e apprezzabilmente corri, corri, ti impegni e ti dai da fare, ma non scendi in campo con l'idea di "distruggere" le avversarie, e quando hai quelle due o tre occasioni non spacchi la porta (Acuti), assieme al fatto fondamentale che - di nuovo - in media gestisci il pallone con troppa fretta anziché con sicurezza e ricerca ponderata delle trame...

Restano comunque una determinata dedizione, la passione, e i buoni movimenti con e senza palla che fin qui abbiamo visto e che certamente manterremo e miglioreremo (stupenda l'azione corale all'83' che libera se non sbaglio la Giacobbo in area; il tutto fermato dall'arbitro per un fallo della Ferrato), ma se fossi nelle ragazze mi riterrei non poco insoddisfatta.
Infine, ci tengo a sottolineare come aspetto positivo anche il fatto che Fossati ha tenuto Bargi in panchina, dando spazio ad una Rigaglia a cui serve di macinare gioco ed acquisire la giusta fiducia, ma anche compiendo un gesto significativo (esclusa ovviamente l'ipotesi che la n. 22 non fosse in condizione), poiché tutti sappiamo l'importanza che giustamente Caterina ha in squadra (la quale altre volte era già stata sostituita a partita in corso dal tecnico ligure, ed io apprezzai), ma è stato, è, ed eventualmente sarà giusto cosi, per il semplice fatto che tutte (e sottolineo tutte) dovrebbero essere sostituibili e inseribili, trovando e lasciando maggiore spazio. Perciò vedremo se e quanto un simile criterio varrà applicato anche per altre (senza fare nomi: Macera, Lucafò, Abate; ma anche più Parolo ed Errico, di nuovo Oliva, e pure Marchetti).
Tanto ammmore.
Adri
I risultati dell'undicesima giornata

La classifica

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