14/09/2025
SERIE A WOMEN'S CUP 25/26
Terza giornata - Girone B
Ore 12:30, Stadio Curva Fiesole (Bagno
a Ripoli)
FIORENTINA - GENOA 2-1
(40' Omarsdottir, 54' Severini, 68' Cinotti)
Ammonizioni: Bredgaard (F)
FIORENTINA (3-4-2-1;
all. Pablo Pinones Arce) - Fiskerstrand; Orsi, Færge,
Filangeri (72′ Della Peruta); Wijnants (46′ Bonfantini),
Severini, Curmark (46′ Cherubini), Woldvik (46′ Woldvik);
Bredgaard (72′ Catena), Omarsdottir; Janogy. A
disposizione: Johansen, Bonfantini, Catena, Lombardi, Della
Peruta, Bettineschi, Cetinja, Cherubini, Tryggvadottir.
GENOA (4-3-3; Sebastian
De La Fuente) - Forcinella; Vigilucci, Di Criscio, Lipman,
Curraj; Cinotti (71′ Ferrara), Hilaj, Cuschieri (58′ Massa);
Monterubbiano (78′ Giacobbo), Bargi (58′ Sondergaard), Acuti. A
disposizione: Marchetti, Di Bari, Bettalli, Sondergaard,
Ferrara, Giacobbo, Korenciova, Rota, Mele, Massa, Lucafò.
Arbitro: Matteo Dini.
Guardalinee: Filippo Balduccie e Simone Iuliano.
Quarto uomo: Giovanni Giannì.

L'esultanza al gol di Cinotti
A differenza di quel che avevo pensato - ed ho poi pubblicato - poco prima dell'inizio della partita guardando i nomi delle undici di partenza, anziché schierarci con un definito 4-2-3-1, De La Fuente ha si optato per una difesa a quattro, ma anche per un centrocampo a tre con Hilaj vertice basso, Cinotti e "Cuschi" Cuschieri mezze ali, Acuti larga a sinistra, Monterubbiano a destra, e Bargi, naturalmente, punta centrale. Ciò potrebbe significare che l'allenatore argentino volente o nolente stia considerando l'idea di ridisegnare la mediana sulle basi della stagione passata (gestione Fossati) e dell'imprinting in essa acquisitosi, ovvero con una grifa (Hilaj, Ferrara, Abate) davanti ad una linea di quattro difenditrici, coadiuvata quantomeno da una mezzala dalle spiccate doti offensive (Cuschieri, Giacobbo, o - proprio come domenica nel finale - eventualmente anche Massa) e una sia di qualità che di maggiore contenimento (Cinotti, Bettalli). E questa sarebbe una soluzione che qualora venisse definitivamente scelta da allenatore, staff e ragazze, potrebbe gettare delle buone basi su cui lavorare (e creare), poiché la rosa in generale offre varie possibilità in quanto a duttilità e soluzioni di gioco, come per l'appunto dal centrocampo in su, là dove più giocatrici ad esempio possono alternarsi anche all'interno della gara nei ruoli di centrocampista/trequartista-sottopunta, come del resto è stato anche contro la Fiorentina, nei momenti in cui la Cinotti saliva in appoggio a Bargi, mentre Cuschieri le "copriva le spalle" (e viceversa).

Giulia Giacobbo (e, in fondo, Federica di Criscio)
Così facendo, pur mantenendo due attaccanti larghe (in questo caso, come detto, Acuti e Monterubbiano), queste potrebbero comunque stringere (convergere), continuando a fare in modo che la trequarti venga occupata in un gioco di alternanza, dinamicità, fraseggio. Detto questo, per quel che mi riguarda non disdegnerei affatto una "dieci classica" che stia di per sè tra le linee d'attacco già ai nastri di partenza, in un 4-3-1-2 nel quale la punta di ruolo (Sondergaard, Bargi) sia supportata da una seconda attaccante, che a sua volta e all'occorrenza possa abbassarsi e definire un 4-3-2-1, e via discorrendo (inoltre: chi esclude che Caterina e Alice non possano convivere in avanti, perlomeno in alcuni momenti della gara?). Al contempo, in scenari di questo tipo, l'apporto delle terzine che arano le fasce sarebbe fondamentale, oltre che gradevole a vedersi (personalmente, è una cosa che mi scioglie).
Il punto, però, ipotesi e supposizioni a parte, è che quel che penso da quando ci vedo scendere in campo è che "non siamo né carne ne pesce", ovvero manchiamo di identità. Ovvio, siamo solo all'inizio, mi si potrebbe dire - e per certi versi sono anche d'accordo - , per cui la giro così: chi vogliamo essere, e con chi? Una delle sensazioni prevalenti in me, infatti, è ad esempio quella che avendo così tante e valide interpreti, si sia palesato per paradosso un problema di scelta. Mi spiego: in queste settimane abbiamo giocato anche a tre dietro soprattutto perché De La Fuente ha premura di non rinunciare ad una centrale tra la Di Criscio, la Lipman e la Di Bari (mai fare a meno di vampiretta!), e ad esse vuole anche aggiungere - poniamo - un esterna in una mediana a 5 come la Vigilucci o Giles, oppure è più che altro per questioni tattico-strategiche? E davanti - escludendo per adesso la staffetta Bargi-Sondergaard, e l'assenza di Rigaglia - quali sono i punti fissi dai quali partire? Rachel, Giulia, Alessandra, Arianna, Valeria? E ancora: vogliamo costruire una squadra che se la giochi più che altro in contropiede, oppure che cominci a girare con precisi sincronismi gestendo le varie fasi della gara, senza rinunciare all'occasione alle sortite di qualità nei capovolgimenti di fronte?
Eppure (finalmente), i primi venti minuti di Bagno a Ripoli ci hanno viste con la linea bella alta, ed aggressive. Poi per un motivo o per un altro è come se la partita mano a mano ci avesse trascinate nelle dinamiche interne alla gestione della gara da parte delle viola. Ciò non toglie che a differenza di altre partite abbiamo tenuto un pò meglio le distanze (tra di noi e tra i reparti), e in particolar modo siamo rimaste in generale sui livelli di un buon ritmo, ma - come avevo ipotizzato - abbiamo sofferto le loro incursioni in area, o dall'esterno, o all'altezza del vertice (soprattutto alla nostra destra, lungo l'asse Vigilucci - Monterubbiano); infatti in un quarto d'ora loro sono andate vicine al gol in almeno un paio di occasioni, e proprio dalla corsia destra è arrivata l'azione dell'1-0, con un assist direttamente da fallo laterale per la Severini, che con un bellissimo gesto tecnico (e muscolare) si è come distesa in volo per servire in area Omarsdottir. Il problema è che noi abbiamo lisciato due volte: una con la Di Criscio - bravissima per tutto il resto della gara - che si è persa Emma lasciando che andasse sul fondo, e l'altra con la Emma nostra (Lipman, prestazione di livello in generale anche per lei), che si è fatta anticipare dalla norvegese. E sia. Primo tempo viola, noi praticamente zero occasioni.
La ripresa, poi, ci ha viste blande fino al loro rigore (che sembrava non vi fosse, e invece molto probabilmente la Severini ha subito un pestone), ma da lì in poi, preso lo stonfo, ha cominciato a vibrare qualcosa, e abbiamo iniziato a cambiare volto. La domanda, a questo punto, che probabilmente in otto esseri umani su dieci di qualsivoglia luogo o cultura nascerebbe spontanea, è: perché?

Emma Severini e il momentaneo 2-0
In ogni caso, la nostra reazione ovviamente è stata un sollievo, ancora testimonia quello spirito di squadra e quel senso di orgoglio di cui già accennai dopo la partita contro l'internazionale (se non fosse che allora era una scintilla, adesso sta crescendo), ma sono state delle folate, di nuovo per lo più figlie dell'improvvisazione, e non solo: la Fiore era sulle gambe e si stava allungando, come tra l'altro afferma (con parole diverse) qui la stessa difensora viola Benedetta Orsi. Fatto sta che mi fa piacere per De La Fuente, il quale ha gestito bene i cambi, soprattutto con oculate scelte in avanti: ottima Sondergaard al momento giusto a dare profondità (e bravissima lei), benissimo Massa per Cuschieri, e Giacobbo per Monterubbiano (entrambe ottime: felice per Alessandra, e per il ritorno alla scioltezza di Giulia rispetto alle uscite recenti).
Meritavamo il pari? Siamo andate vicine ad ottenerlo.
La Fiorentina merita i complimenti? I miei sicuramente.
NORMA CINOTTI - Chi mi legge sa che per me vedere Norma giocare a football è stato amore a prima vista, avendo soprattutto percepito in lei un "non so che", perché non è soltanto una giocatrice di qualità, di quantità, e particolare e speciale per movenze e ritmi (sovente sembra quasi che vada una tacca di velocità in meno rispetto alle altre, mentre in realtà è perfettamente nei tempi), bensì una giocatrice di classe: qui lo dico, e qui lo confermo. E come accade alle persone che eccellono in tal senso, a volte - comprensibilmente - "se ne va", diventando leziosa, o facendo degli errori in impostazione, ma solitamente è una gioia per gli occhi, e il colpo di domenica, dove ha gestito in quel modo il pallone dopo aver corso tutta la partita, e mettendo a sedere la Filangeri (un'altra che apprezzo), chi vuole, provi a fidarsi del sottoscritto: è poco rispetto a quello che se gli gira può fare, e non vedo l'ora di dimostrare che è così, un giorno, qui sul blog, per noi, per lei, per il Genoa. Norma ha 29 anni, per cui ha ancora tempo per fare dell'ultima fase del suo percorso calcistico qualcosa di ancora più prezioso, esprimendo ciò che forse neanche lei, da dentro se stessa, sa di avere da poter esprimere. Ma da fuori io lo vedo, e lo sento.
Prossima gara: Verona - Genoa
(primo turno di Coppa Italia)
Ci si rilegge presto.
Adri
Gli highlights
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